Certo che si dovrebbe riproporre un nuovo referendum!!!
La caccia non è più da gran tempo un'esigenza alimentare, non può essere nemmeno considerata uno sport perché l'etica sportiva presuppone la parità potenziale dei contendenti, nè deve essere considerata un divertimento perché è esercitata a danno di esseri viventi con precisi diritti all'esistenza.
Ancora meno può essere spacciata per amore della natura, perché non si uccide ciò che si ama e per camminare in un bosco non occorre imbracciare un fucile.
Escludendo tutto ciò, la caccia può essere qualificata esclusivamente come un'attività distruttiva sadica ed egoistica.
In natura, il predatore cattura quello di cui ha bisogno per sostenersi, invece il cacciatore, attraverso la sua enorme disponibilità di mezzi tecnologici, può distruggere da solo un gran numero di esemplari.
C'è un altro aspetto che non si deve trascurare: la rottura degli equilibri naturali, causata, insieme ad altri fattori, alla caccia.
Così, la rarefazione degli uccelli insettivori (e quasi tutti lo sono, quanto meno nel periodo dell'allevamento dei piccoli) consente un'enorme proliferazione di insetti dannosi alle coltivazioni e impone agli agricoltori un uso sempre più massiccio di prodotti chimici, i cui effetti sull'ambiente naturale e sulla stessa salute umana, purtroppo sono ben noti.
Le Associazioni Ambientaliste dovrebbero essere più compatte per affrontare queste battaglie che sono di interesse comune!